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giovedì 29 novembre 2007

Tre è il numero perfetto

Forza Italia non sarà sciolta (come il suo leader aveva detto nel giorno della fondazione del Partito delle Libertà; o era stato frainteso?) e dunque ora l'Italia si conferma il laboratorio politico dell'Occidente del quale parla anche Umberto Eco. L'Italia è il primo paese al mondo nel quale un solo leader politico fonda due partiti e li tiene entrambi in vita. Secondo i suoi calcoli, questo aumenta i consensi dell'insieme perché Forza Italia più Pdl (o come si chiamerà) hanno rispettivamente il 29 e il 5,4 per cento dei voti potenziali. Il 35 per cento dell'audience elettorale.

Vogliamo andare a fondo nel ragionamento? E allora, perché non aspettarci anche il terzo partito? Sarebbe un partito rivolto ai giovani. Sperimentale. Simpatico. E anche un poco sbarazzino. Il giovane produttore del prossimo partito sta già lavorando nella televisione, naturalmente. In questo schema, Forza Italia sarebbe il partito per tutti. Pdl sarebbe un partito che fa concorrenza ad An e Udc. Il prossimo partito giovanilista sarebbe invece orientato a pescare nell'indefinito mondo dei votanti non schierati o addirittura schierati a sinistra. Il vantaggio sarebbe quello di poter avere rapporti molto più precisi con i target elettorali. E che le alleanze tra i tre partiti avverrebbero in modo molto naturale e con minori difficoltà di quelle incontrate dalla coalizione di centro-destra finora. Lo svantaggio sarebbe invece quello di fare arrabbiare molto gli ex alleati. Il che si direbbe che stia avvenendo già dopo la fondazione del secondo partito. (Per la verità, l'idea potrebbe anche essere arrivata troppo tardi: l'elettorato si dimostrerà ancora tanto indifeso come ha dimostrato di essere negli anni Novanta? la rete del medium orizzontale sarà alleata o nemica di questo schema?).

Paradossi? Certamente. Invenzioni? Assolutamente. Ma anche all'inizio degli anni Ottanta sarebbe stato impensabile che un'azienda si proponesse di fare tre tv commerciali nazionali. Eppure c'è riuscita. Vediamo che faranno i concorrenti. Penso che questo scenario, assolutamente ipotetico, non sia poi del tutto privo di una verosimiglianza. Perché l'Italia è un laboratorio. Nel bene e nel male. E nel malissimo.


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